fbpx
Home Ambiente CoronaVirus. Davvero c’è da avere così tanta paura?

CoronaVirus. Davvero c’è da avere così tanta paura?

autore: Elisa Favilli
Corona Virus cinesi cartello

Da dove arriva?

Alla fine del 2019, a Wuhan, in Cina, si scopre l’esistenza di un nuovo ceppo virale appartenente alla famiglia dei Coronavirus. Identificati a metà degli anni ’60, questo ceppo virale, si rivela infettante sia per l’uomo, sia per alcuni animali come uccelli e mammiferi. La loro azione infettante agisce nelle cellule epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale. Da un banale raffreddore ad una polmonite, i Coronavirus variano la loro azione da soggetto a soggetto, provocando, nei soggetti deboli (anziani, infartuati, diabetici, pazienti sottoposti a cicli chemioterapici…) criticità che possono, nonostante la casistica sia fortemente limitata al 2% (dato OMG), portare al decesso dell’individuo.

2019-nCoV, rinominato SARS-CoV-2 è il virus che provoca la COVID-19. Esso appartiene alla stessa famiglia di virus che provoca la Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS) ma se ne distingue per la sua azione, la sua capacità infettiva e degenerativa. Al momento la comunità scientifica sta cercando di identificare la fonte dell’infezione, consapevole del fatto che questo virus patogeno per l’uomo, ha avuto una sua origine nel mondo animale.

Sintomatologia

La sintomatologia varia in funzione del soggetto colpito. I sintomi più comuni includono febbre, tosse e difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. Generalmente i sintomi sono lievi ed a inizio lento. Alcune persone, se pur infettate, non sviluppano sintomi né malessere. Vista la familiarità con altre forme influenzali è solo attraverso un tampone gastro faringeo e la successiva analisi di laboratorio, che se ne può confermare la sua diagnosi. Il periodo di incubazione, il tempo cioè che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici, è stimata attualmente fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.

La non conoscenza attuale dell’origine del virus e la sua azione infettiva, porta attualmente gli studiosi del settore a mettere in relazione gli effetti attuali del nuovo virus con quello che nei primi mesi del 2013, colpì diverse province della Cina sud-orientale, nota come influenza aviaria H7N9. Circa un terzo dei casi sono stati fatali, ma i casi di malattia grave si sono verificati solo negli anziani. Legata principalmente all’esposizione diretta dell’uomo a volatili infetti vivi all’interno dei mercati di pollame, l’attuale infezione si trasmette da uomo a uomo. Per questo è fondamentale l’azione preventiva che ne possa limitare la sua diffusione.

Essenziali le misure d’igene personale

È fondamentale perciò che le persone applichino misure di igiene quali starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, gettando i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso, lavandosi le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche. Può sembrare paradossale ma 60 secondi spesi a pulire le dita, i palmi e il dorso della mano, possono abbassare drasticamente l’azione infettiva del virus.

Altro fattore primario è la consapevolezza di ciò che siamo. Provenire da aree geografiche dove il virus ha manifestato la sua presenza comporta responsabilità verso sé stessi e gli altri. È essenziale non diffondere il contagio, rispettando la quarantena. Alla manifestazione dei primi sintomi chiamare i numeri d’emergenza e attendere a casa l’intervento del personale sanitario addetto ad effettuare i prelievi. È inutile e seriamente dannoso creare falsi allarmismi, sovraccaricare i numeri d’emergenza e affollare il pronto soccorso creando disagi al personale sanitario e togliendo la priorità a chi seriamente necessita di cure.

Limitare gli spostamenti

Ridurre i viaggi, evitare i luoghi affollati, rispettare le normali norme igieniche, attualmente sono le migliori difese in nostro possesso.

Per ulteriori informazione di rimanda ai siti ufficiali del Ministero della salute (www.salute.gov.it) e il numero verde 1500.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza cookies per migliorare la tua navigazione nel nostro sito. Accetta Leggi tutto

Cookies Policy