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Mino Trafeli: la scultura impossibile 2018-1980 e Mino Trafeli: gli studi, la grafica, le sculture

autore: Elisa Favilli
Mino Trafeli

All’interno del palinsesto artistico – culturale Volterra22 Prima Città della Cultura, si inaugurano le due mostre Mino Trafeli: la scultura impossibile 2018-1980 e Mino Trafeli: gli studi, la grafica, le sculture.

Mino TrafeliAppuntamento imperdibile per l’arte contemporanea. A 100 anni dalla sua nascita, lo scultore volterrano Mino Trafeli (1922-2018), inizia un suo personale viaggio attraverso le sue opere realizzate a partire dalla sua maturità fino ai suoi esordi. Percorso a ritroso che Marco Tonelli, curatore della mostra, e il Comitato per la fruizione pubblica dell’opera di Mino Trafeli, hanno realizzato all’interno di un viaggio triennale (2022-2025) dove le opere dell’autore ci racconteranno la sua rivoluzione espressiva, il suo tempo e la sua unicità nel palinsesto artistico del ‘900.

 

 

Mino TrafeliVolterra premia il suo artista più rivoluzionario, colui che più di ogni altro seppe essere un critico provocatore verso l’uomo del suo tempo, la politica e la società contemporanea. Internazionale, se pur confinato nella sua adorata Volterra, Mino Trafeli si dichiara partigiano verso l’arte e la sua capacità di essere medium ironico e pungente, spazio scenico oltre il senso fisico del limite che lo caratterizza.

Le due mostre Mino Trafeli: la scultura impossibile 2018-1980, al secondo piano di Palazzo dei Priori (ex studio dell’artista tra il 2001 e il 2002), circa 30 opere tra grandi sculture a terra, a parete e grandi disegni, integrati da una rassegna di video realizzati dall’artista tra gli anni’70 e ’80; e Mino Trafeli: gli studi, la grafica, le sculture, Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena FCRV, Piazza San Giovanni, sculture di piccole dimensioni, le litografie e le acqueforti realizzate dall’artista tra gli anni ’63 e ’80, dialogheranno con gli scatti fotografici inediti realizzati da Fabio Fiaschi. Un viaggio, quest’ultimo, negli studi volterrani in cui Mino Trafeli ha definito il suo quotidiano, tutto per restituire a Volterra, la sua città, il compito di essere il filo d’Arianna con cui conoscere, interpretare e amare questo singolare artista.

 

Mino TrafeliInfo sulle due mostre

Mino Trafeli: la scultura impossibile: 2018-1980

Palazzo dei Priori Volterra

8 luglio 2022 – 8 gennaio 2023

Orario mostre: tutti i giorni dalle ore 9,00 alle 19,00

Biglietto Intero A persona 8 euro
Biglietto Ridotto Ragazzi dai 10 ai 16 anni, soci COOP, soci Touring Club Italiano 6 euro

 

Mino Trafeli: gli studi, la grafica, le sculture

Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena FCRV, Piazza San Giovanni

Aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle 18 (ultimo ingresso 17:30)

Ticket Unico, Anima di Volterra (Cattedrale, Battistero, Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena)

Biglietto Intero 7 euro
Biglietto Ridotto Ragazzi dai 6 ai 18 anni, over 65, soci COOP, Soci FAI e gruppi composti dalle 15 persone in su 5 euro
Biglietto Gratuito Bambini fino a 6 anni, residenti Comune di Volterra, disabili e loro accompagnatori, religiosi, insegnanti accompagnatori di scolaresche, guide turistiche autorizzate e giornalisti 0 euro

Volterra 2022

 

MINO TRAFELI

Nasce a Volterra il 29 dicembre 1922. Nella bottega di suo padre, l’alabastraio Febo Trafeli inizia a lavorare l’alabastro, raffinando quella tecnica che a Firenze, presso l’Istituto d’Arte, sezione Magistero, prenderà forma e si trasformerà nella sua identità lessicale. Oltre ai laboratori di modellato, la scuola gli offre l’opportunità di seguire le lezioni d’italiano di Alessandro Parronchi, poeta, storico dell’arte, critico d’arte, traduttore e accademico italiano. Tra le penne più raffinate e critiche contro la dittatura fascista, il pensiero crociano, ma soprattutto un poeta la cui lirica si è sempre distinta per il suo inesauribile bisogno d’infinito, impegnato in una ricerca destinata a rimanere sospesa, non essendo possibile conciliare la certezza di una vita destinata alla fine con il desiderio di un’esistenza eterna, per questa via Parronchi giunge a negare la morte, la storia, avvicinandosi alla fede religiosa ma restando in uno stato cosciente di non finito, fil rouge della sua immensa produzione in versi. Nel 1944, diventa partigiano. Grazie ad un amico, infatti, entra nel movimento clandestino, partecipando attivamente alla resistenza nella zona di Galluzzo. Dopo la guerra, prosegue la sua azione politica nel Pd’A, per poi confluire, per un breve tempo, nel PSI all’interno del quale mantiene una sua autonomia d’impronta libertaria, contribuendo “da militante politico di base” nel ruolo di consigliere comunale provinciale, alla realizzazione di progetti fondamentali per la vita di Volterra. Durante la sua attività politica dal 1956 al 1957, realizza e firma vignette satiriche per “La Difesa”, storico giornale fiorentino. allora guidato da Lelio Lagorio futuro ministro della Repubblica.

Tra il 1957 e 1966 si lega alla Galleria delle Ore di Milano realizzando diverse mostre personali. Nel 1955 per la prima volta è ospite alla Quadriennale di Roma, mentre nel 1957 è presente alla prima Biennale Internazionale della scultura di Carrara. Nel 1960 le sue opere sono esposte al Musée Rodin di Parigi, nella collettiva Scultura Italiana. Nel’63 è invitato oltre oceano alla Biennale di San Paolo in Brasile. L’anno dopo, Franco Russoli cura la sua prima monografia, mentre per lui si aprono le porte della XXXII Biennale di Venezia, il palcoscenico internazionale dell’arte lo riconosce attore protagonista. Nel 1965 torna alla Biennale Internazionale della Scultura di Carrara, evento che lo vedrà ancora una volta protagonista nel ’69.

Con gli anni’70 inizia la sua rivoluzione. Insieme a Enrico Crispolti realizza Volterra 73. L’arte contemporanea supera il limite di ospite all’interno del contesto urbano medievale, diventando epidermide e protagonista assoluta del suo tempo, riportando lo spazio a rivalutare i suoi rapporti con l’ambiente e il creato. Crispolti firma la sua seconda monografia dal titolo Mino Trafeli: sculture dal 1968-1973.  Nello stesso anno è ospite della Quadriennale di Roma e alla Biennale del Metallo di Gubbio, mentre nel’75 tiene la personale A come arte come amore come Africa come Addio Rimbaud alla Galleria Corsini di Intra.

Con la mostra Con Impossibilità, Galleria Antidogma di Torino, 1974, l’ironia diventa il pilastro del suo lavoro, insieme al gioco e alla decostruzione degli oggetti, della scultura, del segno, del suono e delle immagini. Tema quest’ultimo su cui realizzerà la mostra personale Provocazione dell’oggetto nel Museo Civico di Penne nel 1975.

Negli anni’80 il manicomio con il suo mondo umano e disumano diventano per Trafeli spazio di riflessione e di scoperta. La legge 180 chiude i manicomi e nelle stanze vuote dei padiglioni, nel reparto Ferri di Volterra, scopre il graffito di Oreste Fernando Nannetti, monumentale racconto biografico che verrà descritto nel volume NOF4. Il teatro e il suo eterno rapporto tra la vita e l’arte irrompano nel lessico espressivo di Trafeli. L’arte performativa diventa un medio nuovo e accattivante, mentre nel ’83 realizza gli ultimi ordini di scala della Torre di Pisa per il teatro urbano Gioco Parallelo.

Nel ’95 Gillo Dorfles lo vuole alla XLVI Biennale di Venezia dove presenterà il grande spazio ambientale dal titolo Tempo sommerso: ritorno non ritorno di Ulisse. Nel ‘98tona per la quarta volta alla Biennale Internazionale di Scultura di Carrara e nel 1999, con la firma di Marco Tonelli, esce la grande monografia Mino Trafeli. Ambiguità del tempo, pubblicata in occasione della mostra allestita presso il Palazzo dei Priori di Volterra.

Nel 2003, il Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli di Pontedera gli dedica una mostra dal titolo Trafeli 2003. Terra Fabbrica Terra, mentre nel 2005 partecipa per la quarta volta alla Quadriennale di Roma. L’anno dopo la Regione Toscana, la Provincia di Pisa, la Fondazione Piaggio e i Comuni di Ponsacco, Lajatico e Pontedera si apre il Cantiere Trafeli, mentre esce la pubblicazione Mino Trafeli squilibri. Con il 2012 esce l’ultima monografia dell’artista dal titolo La scultura di Mino Trafeli ragionata da Marco Tonelli. Nel 2015 partecipa alla manifestazione Volterra 73.15 dove presenta i suoi ultimi lavori.

Il territorio, l’impegno civile restano nel corso della sua presenza artistica spazi creativi che porteranno alla realizzazione del Monumento alla resistenza, per la Provincia di Pisa, il Monumento de 1 luglio a Volterra, 1966, il Complesso monumentale per la Libertà a Pomarance, 1950-1997, o la realizzazione di sculture come il pescatore a Livorno, 1956, Lunare attraversamento a Camugliano, Rotanda a Ponsacco e Origine Vespa a Pontedera del 2003.

Muore a Volterra, il 9 agosto 2018.

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