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La morte del piccolo Gabry sconvolge la comunità cecinese

autore: Rita Invernizzi
Gabriele Patisso

Il piccolo Gabry

È successo di nuovo, un bambino di dodici anni, Gabriele, ha lasciato questa terra per raggiungere la Luce, devastato da una malattia autoimmune sinistra e gravissima che ancora non si può curare… Lo sgomento, l’incredulità, il dolore, la compassione, nonostante le terribili notizie degli ultimi giorni, si fanno strada come una inarrestabile onda violenta.

Quattro mesi d’ospedale, l’intera comunità coinvolta in una solidale catena di preghiera, tanti amici a fare il tifo per Gabriele che giocava a basket, ma non solo, un abile giocatore di scacchi come il babbo, consigliere da anni della società di scacchi e ancora lupetto nella grande famiglia degli scout, le sue passioni come punto di forza per fargli sopportare tutti i numerosi e pesantissimi disagi fisici e trasformare la rabbia in tenacia, il limite in opportunità.

Non è bastato, il male se lo è portato via e solo rimettendoci alla Sua volontà troveremo la forza di andare avanti.

Quando muore un bambino

Quando muore un bambino, tutti siamo annichiliti, pietrificati, non si spiega, non trova significato per come concepiamo la vita, soprattutto nel nostro mondo, perché altrove, nei posti poverissimi sulla terra, purtroppo è un dolore quotidiano.

Quando un bambino se ne va non troviamo uno straccio di motivo per accettarlo, solo la consolazione in Dio Padre può darci una mano,  poi l’amore della famiglia, la coesione coniugale, l’affetto e la misericordia fanno sentire meno soli a portare quel macigno lì. Il babbo Stefano e la mamma Stefania, coraggiosamente, ci informavano quotidianamente delle condizioni di salute del giovane “combattente” Gabri e tutti noi aspettavamo con trepidazione di leggere buone notizie; ci sono stati giorni molto speranzosi dopo il trapianto al fegato, e giorni duri di sedazione farmacologica, ma i genitori puntuali ci aggiornavano fiduciosi dei “passi avanti” e costernati degli “scivoloni” indietro.

Dobbiamo ringraziare la famiglia di questa totale condivisione con gli amici, chiunque di noi anche se da lontano “partecipava” con la preghiera o con un pensiero o con un messaggio d’incoraggiamento alla “battaglia” che stava affrontando il piccolo, ma solo per età, non ancora dodici anni compiuti, Gabriele Patisso. E domenica l’epilogo drammatico: l’attivazione macrofagica autoimmune arrivata all’improvviso e senza preavviso a metà maggio, ha spento per sempre Gabriele dopo centoventi giorni di speranza alternata a sconcerto; alla famiglia la nostra vicinanza e la nostra partecipazione.
Arrivederci giovane angelo.

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